“Spesso buono oltre”: verso una nuova dicitura in etichetta

 
L’8 marzo, la Commissione Ue ha presentato agli esperti degli Stati membri una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti: al posto del ben noto “da consumarsi preferibilmente entro” si potrà quindi leggere «spesso buono oltre».

Se molti non prestano attenzione alle etichette nel momento dell’acquisto, non soffermandosi sulla data di scadenza indicata, troppi ancora oggi gettano nella spazzatura i cibi perché convinti che potrebbero essere nocivi se ingeriti oltre la data indicata in etichetta. È questo quindi un importante provvedimento per cercare di ridurre sempre più gli sprechi alimentari, influenzando "il processo decisionale dei consumatori in merito all'opportunità di consumare o eliminare un alimento", stando le parole della Commissione. Secondo un'indagine di Altroconsumo, infatti, solo un italiano su tre comprende in modo corretto il significato delle date riportate sugli alimenti e la differenza fra data di scadenza e termine minimo di conservazione.

Non si dimentichi infatti che non sono pochi i cibi, anzi, che possono essere tranquillamente consumati anche giorni, settimane o talvolta mesi dopo la scadenza. Bisogna fare un distinguo importante: quando un alimento presenta la dicitura "da consumare entro" deve essere effettivamente consumato entro quella data. Cibi delicati come il pesce, la carne o gli insaccati possono infatti essere molto nocivi e potrebbero causare infezioni più o meno serie (listeria, salmonella, escherichia coli…), altri, come i latticini freschi, potrebbero essere causa di intossicazioni alimentari. Ben altra cosa è la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”: questo ci segnala il giorno o mese fino a quando un determinato prodotto alimentare conserva le sue proprietà. È questo il caso di cibi come farine, biscotti, pasta, miele, salse (purché conservati in modo appropriato). Di certo non si rischiano conseguenze e non sono nocivi se ingeriti nei giorni successivi alla scadenza.

Quindi in conclusione, a prescindere da quella che sarà la futura dicitura delle etichette europee, è importante fare sempre una distinzione tra i cibi che possono tranquillamente essere ingeriti anche dopo la scadenza e quelli invece che devono essere buttati perché dannosi per l’uomo. Abbracciando così scelte più oculate, eviteremmo sprechi inutili e al contempo problemi di salute.
FONTI: CORRIERE DELLA SERA, IL SOLE24ORE
 
 
 
 
 
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