COLMARE IL DIVARIO DI FIDUCIA NEL CIBO

 
Nonostante le informazioni in possesso dei consumatori siano sempre più dettagliate e facilmente reperibili, un recente sondaggio condotto dall’Università del Minnesota dimostra che la maggior parte degli americani ha ancora poca fiducia nei confronti delle informazioni sulle fonti alimentari.

Meno del 25% degli adulti statunitensi, infatti, si fida a fondo delle informazioni su dove il cibo venga coltivato e prodotto; divario di fiducia che diminuisce ancora di più tra la Generazione Z arrivando al 17%.

Non è quindi sufficiente il “bombardamento” mediatico al quale si è quotidianamente sottoposti e nemmeno la direzione intrapresa da un crescente numero di aziende volta ad una sempre maggiore trasparenza.

Fortunatamente, al tempo stesso, la consapevolezza della sostenibilità e dell’impatto ambientale dei nostri alimenti è in aumento in modo particolare tra i giovani e gli studenti. Non solo si vuole mangiare sano ma le scelte fatte quando si fa la spesa vertono verso un sistema alimentare sempre più sostenibile. Unico grande ostacolo verso questa direzione, specialmente tra i giovani, sono i costi degli alimenti prodotti in un’ottica green. Sono comunque incoraggianti i dati che dimostrano che sempre più numerosi sono i consumatori più giovani disposti a pagare di più per alimenti sostenibili e di provenienza responsabile.

È interessante a questo punto chiedersi come poter ridurre questo divario, come colmare questo grande gap tra la quantità di informazioni reperibili ovunque e la mancanza di fiducia verso i metodi produttivi e le origini degli alimenti per poter sempre più incrementare la fiducia del consumatore. Di certo la via non sembra essere il bombardamento quotidiano da tutte le direzioni con messaggi su cosa si dovrebbe o non dovrebbe mangiare e perché si dovrebbe abbracciare un alimento ma evitarne un altro.

Questo sondaggio è stato condotto nel gennaio 2022 da ENGINE INSIGHTS, intervistando un campione demograficamente rappresentativo di 1.022 adulti negli Stati Uniti.

 
FONTI: ICE, FOOD INSTITUTE
 
 
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