​Food sustainability index 2021: Italia prima al mondo contro gli sprechi alimentari

 
Lo scorso 25 gennaio è stato presentato il report, giunto alla sua quarta edizione e frutto della collaborazione tra The Economist Impact e la Fondazione Barilla.

Gli indicatori utilizzati sono 38, quindi 18 in più rispetto alla prima edizione del 2016, quando i Paesi analizzati erano 25, mentre ora quelli presi in esame sono 78, coprendo circa il 92 per cento del Pil e della popolazione globali. I pilastri analizzati in questo rapporto vanno dallo spreco alimentare, all’agricoltura sostenibile fino alle sfide nutrizionali.

L’Italia è prima al mondo per quanto riguarda l’eliminazione degli sprechi domestici: nel nostro Paese lo spreco alimentare annuo pro capite a livello domestico è di 67 kg, mentre la media di rifiuti sprecati tra le mura di casa è di 85kg pro capite in quasi 40 Paesi del Fsi.

Nonostante la gravità del problema, solo il 28% dei Paesi analizzati dal Food Sustainability Index dimostra di avere una strategia dedicata al tema. Le migliori politiche in atto sono quelle di Francia, Italia, Stati Uniti, Germania e Argentina.

«L’Italia è sulla buona strada e, nella lotta allo spreco alimentare, che a livello globale riguarda un terzo del cibo prodotto, possiamo essere presi come riferimento dal resto del mondo», dichiara Marta Antonelli, Direttrice della Ricerca della Fondazione Barilla. «Per quanto riguarda gli sprechi alimentari dal campo alla tavola, l’Italia è infatti al secondo posto dopo il Canada, anche grazie a iniziative, strategie e politiche che hanno agito per contrastare il fenomeno. Tra queste, la Legge Gadda che ha facilitato, anche tramite agevolazioni fiscali, la donazione delle eccedenze alimentari alle Onlus».

Il rapporto evidenzia come, se lo spreco è un problema globale che colpisce tutti i Paesi, la perdita di cibo colpisce soprattutto i Paesi a basso reddito mentre le nazioni ad alto reddito hanno adottato una strategia in grado di contrastare la perdita di cibo.

Da qui l’importanza dei risultati del FIS che evidenziano quanto i paesi di tutto il mondo hanno ancora molta strada da fare per affrontare le sfide più importanti, cercando di evidenziare quali potrebbero essere i modelli da seguire.

Sul fronte dell’agricoltura sostenibile, si posizionano in cima alla classifica Finlandia, Estonia, Austria, Tanzania e Svezia. I Paesi che hanno ottenuto i migliori risultati in questo ambito sono quelli che hanno investito quindi di più in ricerca e sviluppo. L’Italia ha ancora molta strada da percorrere per migliorare in questo ambito.
 
FONTE: CORRIERE DELLA SERA
 
 
 
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