LA CUCINA ITALIANA PROCLAMATA PATRIMONIO DELL’UMANITÀ: UN TRAGUARDO CHE VALORIZZA IDENTITÀ, CULTURA E FILIERE PRODUTTIVE

La cucina italiana è ufficialmente entrata nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, un riconoscimento storico che per la prima volta premia una cucina nazionale nella sua interezza come pratica culturale viva, condivisa e identitaria.

La decisione è stata adottata all’unanimità dal Comitato Intergovernativo della Convenzione UNESCO riunito a Nuova Delhi, dove l’annuncio è stato accolto da un lungo applauso. L’Italia ha celebrato la proclamazione con grande entusiasmo, culminato con l’illuminazione del Colosseo come simbolo del valore culturale, sociale ed economico della nostra tradizione gastronomica. La cucina italiana è stata riconosciuta non come un insieme di ricette, ma come un patrimonio culturale fatto di saperi, ritualità familiari, rispetto delle stagioni, biodiversità territoriale e un profondo senso di comunità. È un linguaggio comune che unisce il Paese e allo stesso tempo si rinnova con creatività, artigianalità e contaminazioni positive. Le reazioni istituzionali sono state numerose: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di un risultato che rafforza il prestigio italiano nel mondo; la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni l’ha definita un “formidabile ambasciatore” dell’Italia all’estero; il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha evidenziato il valore diplomatico e di dialogo internazionale della nostra tradizione culinaria; mentre il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha ricordato l’impatto economico di un comparto che vale 251 miliardi di euro, cresce stabilmente e genera un turismo enogastronomico da oltre 40 miliardi l’anno. Chef, associazioni agricole, consorzi, imprese alimentari, operatori del vino e della ristorazione hanno espresso soddisfazione per un riconoscimento che valorizza non solo i grandi nomi della cucina italiana, ma soprattutto il lavoro quotidiano di milioni di persone che preservano tecniche, prodotti e biodiversità in ogni parte del Paese. Il dossier di candidatura, frutto di anni di lavoro coordinato da Pier Luigi Petrillo, ha evidenziato la forza della cucina italiana come pratica sociale che unisce generazioni e territori, che educa al rispetto degli ingredienti e che porta nel mondo un modello di sostenibilità, convivialità e benessere. Questo riconoscimento rappresenta anche una grande opportunità per le piccole e medie imprese del settore agroalimentare, cuore pulsante del Made in Italy e fondamentali nella tutela della qualità, della filiera corta e dell’autenticità dei prodotti italiani.

Per realtà come quelle rappresentate da Unionalimentari – Confapi, il titolo UNESCO non è solo un motivo di orgoglio nazionale, ma un impulso concreto alla valorizzazione delle produzioni, alla lotta all’Italian Sounding, alla promozione internazionale delle nostre aziende e a un maggiore riconoscimento del ruolo economico e culturale delle PMI alimentari. La cucina italiana, oggi patrimonio dell’umanità, conferma così la sua natura di patrimonio vivo, dinamico, in continua evoluzione, capace di raccontare chi siamo e di unire tradizione, innovazione e identità in un modo unico al mondo.

 

FONTE: IL MESSAGGERO, UNESCO, ANSA, MINISTERO DELLA CULTURA