Negli ultimi giorni, Unione Europea e Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa preliminare sui dazi commerciali: le esportazioni europee verso gli USA saranno soggette a una tariffa uniforme del 15 %, evitando così l’imposizione di dazi fino al 30 % più volte annunciata dall’amministrazione Trump. L’accordo, annunciato dopo il vertice tra il presidente Trump e la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, include anche esenzioni per alcuni settori strategici — tra cui farmaci, semiconduttori, componenti aerospaziali e alcune materie prime.
Resta invece incerta la posizione del comparto agroalimentare. Prodotti chiave del Made in Italy, come vino, pasta, formaggi e olio d’oliva, non risultano al momento inclusi nelle esenzioni, e sarebbero quindi soggetti al nuovo dazio del 15 %. Coldiretti e Federalimentare hanno espresso preoccupazione per gli effetti sulla competitività delle imprese italiane, già colpite dalla svalutazione del dollaro e dall’aumento dei costi di esportazione. Federalimentare ha chiesto alla Commissione UE misure di sostegno, semplificazioni burocratiche e interventi a tutela delle filiere più esposte.
Nel frattempo, Bruxelles ha predisposto due pacchetti di contromisure da attivare in caso di mancata ratifica dell’accordo entro il 1° agosto: dazi su beni agricoli e industriali statunitensi per un valore complessivo di oltre 90 miliardi di euro. Sul piano politico, l’intesa ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre il governo italiano parla di “compromesso necessario“, la Francia ha definito l’accordo “una giornata nera per l’Europa”, chiedendo l’attivazione degli strumenti UE contro le pressioni economiche esterne.
L’accordo scongiura per ora un’escalation commerciale, ma il suo impatto effettivo sul settore alimentare dipenderà dalle deroghe che l’UE riuscirà a negoziare nelle prossime settimane.
FONTI: LA REPUBBLICA,LINKIESTA, EFA NEWS